Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Ho scritto questo romanzo perché stimolato da avvenimenti realmente accaduti in Italia e all’estero che hanno riguardato la scomparsa di giovani di ogni età. Numerosi casi di rapimenti di bambini che scompaiono facendo perdere le loro tracce.

L’obbiettivo principale di questo racconto è di mantenere sempre alto il dibattito su queste sventure  apparentemente inspiegabili, ma che hanno sempre una motivazione di fondo a noi sconosciuta. Casi famosi accaduti in Italia e ancora irrisolti potrebbero, con questo romanzo, uscire dalla stagnazione e sollecitare nuovi stimoli per ulteriori indagini. Alla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato risulta che dal 2004 al due luglio 2007 sono scomparsi 3170 minori tra italiani e stranieri. Un fenomeno in continua crescita e da non sottovalutare.

Questo romanzo evidenzia anche  l’importanza di estendere una fitta rete di controllo non solo sul traffico terrestre, ma anche su quello marittimo. I mari occupano il 71% del pianeta e rappresentano un importante mezzo di comunicazione, con moltissime vie di fuga per coloro che svolgono traffici illeciti. Il mare che circonda l’Italia diventa, nel romanzo (frutto della sola fantasia), una via di smistamento e una importante rotta dal nord verso il sud del mondo per una organizzazione che traffica in esseri umani. Un itinerario immaginario attraverso luoghi reali che vittime e carnefici fanno. Tra questi luoghi Torvajanica , località alle porte di Roma,diventa una delle tanti base di smistamento dello squallido traffico".

 

La storia:

Tony è  un giovane ragazzo romano, che vive in solitudine dopo la morte dei sui genitori a causa di un incidente stradale. Per seguire le tracce di Alessia, si imbatte in un traffico internazionale  di esseri umani. Soddisfare quella richiesta di aiuto trovata per caso in un libro acquistato sulle bancarelle del mercatino caratteristico di Porta  Portese a Roma, lo porta, insieme alla sua ragazza Angela, a vivere una esperienza indimenticabile. Mentre seguono le tracce di Alessia in una località balneare del Tirreno (Torvajanica - Roma) vengono  rapiti e saranno costretti,  insieme ad altre vittime innocenti ,a percorrere uno dei tanti itinerari che gli schiavi del  terzo millennio fanno per consegnare la “merce” ai compratori.

Non tutti i coinvolti ce la faranno a sopravvivere a questa esperienza…. 

 

 

Il romanzi di Buonanno li puoi ordinare da qualsiasi libreria d’Italia, sul sito della casa editrice (Kimerik.it) e sui maggiori portali di vendita libri: IBS, Librerie Universitarie, Momdadori ecc.

Romanzo premiato con il premio:

 

 “Arte e narrativa” Nel bicentenario della giornata internazionale della donna. (Roma 3//Marzo/2008)

.

 

Motivazione: Romanzo capace di trasmettere attraverso modalità non retoriche, ma secondo un percorso suggestivo ed un linguaggio vivace in continuo progresso, una storia che narra  le complesse ramificazioni della tratta degli esseri umani.



MARE NOSTRUM Libertà Violata

“ Scrivo per raccontare di chi vive, ricordare coloro che sono morti e far vivere quelli che non sono mai nati”

Capitolo I

Tony, un ragazzo di 25 anni e di carnagione scura, passeggiava per le vie di Roma in una domenica qualsiasi di inizio estate. Un metro e settantacinque di altezza e occhi che vanno sul verde: un bel ragazzo, direbbe la maggioranza delle persone, se non fosse per quella cicatrice lunga quasi sette centimetri che porta sulla guancia sinistra, ricordo di un brutto incidente stradale accadutogli l’anno prima. In quel brutto incidente aveva perso i suoi genitori ed ora viveva solo nell’appartamento di Viale Marconi a Roma. Era stato un brutto colpo per Tony che non si era ripreso del tutto; infatti ancora adesso, durante le sue lunghe passeggiate, continuava ad evitare gli sguardi curiosi delle persone, soprattutto quelli delle ragazze che incrociava per strada. Quel mattino, come sua abitudine, passeggiava per le vie di Roma in una di quelle giornate che già si preannunciavano roventi dalle prime ore del mattino. Un penetrante odore di asfalto liquefatto si sentiva nell’aria e saliva verso l’alto sino ai piani più alti dei palazzi di Viale Marconi. Tony era uno di quei pochi coraggiosi che sfi davano quel caldo che avvolgeva tutto e che consumava la freschezza della terra. Anche un grosso gatto grigio si trascinava stanco sulla via arsa dal sole, alla ricerca di un angolo fresco per abbandonarsi a riposare fi nalmente dopo ore di caccia. La vicinanza dell’abitazione di Tony al mercatino settimanale di Via Sannio lo portava spesso a percorrere quella strada quasi a volersi confondere con la folla anonima che, distratta dalla confusione, non si curava di nessuno e tanto meno di lui. Oggetti di ogni genere ed epoca erano esposti sui banchi degli ambulanti, testimonianze di storie spesso insospettabili ed imprevedibili. Ogni tanto si soffermava e scrutava fra la merce esposta, poi passava avanti facendo fatica nella folla sempre più fi tta man mano che si addentrava nel mercato. Si fermò presso un banco zeppo di libri esposti e si mise a curiosare tra i tantissimi romanzi accatastati in modo disordinato. Ad un lato del banchetto stavano esposti libri antichi tenuti con cura dal rivenditore e custoditi in una vetrinetta trasparente. Chiese di poterli guardare e l’uomo dietro al banco rispose: ‹‹Sì! Ma fate attenzione… non me li rovinate››. ‹‹Non si preoccupi, amo troppo i libri e farò attenzione››. ‹‹Fossero tutti come voi… ci sono certi farabutti… certi fi gli di mignotta che prendono i libri anche se stanno a mangiare e, con tutte 8 le mano zozze, si mettono a sfogliare… mortacci loro… mortacci loro n’altra volta›› disse il venditore facendo risaltare le sue origini romane. Tony sfogliò diversi romanzi e ne scelse due e dopo aver contrattato per il prezzo comprò i libri e si incamminò in direzione di un bar. Si accomodò ad un tavolino fuori al bar e ordinò alla ragazza, che stava appoggiata all’uscio del locale, un caffè e un bicchiere d’acqua. ‹‹Vengo subito›› rispose la ragazza. Tony tirò fuori dalla busta i libri appena acquistati e incominciò ad esaminarli. Seppure stampati entrambi negli anni trenta, notò subito che erano ben conservati. ‹‹Eccovi servito! Dovete dirmi se il caffè vi piace, sa abbiamo cambiato miscela di caffè e ci interessa il giudizio del cliente››. Tony assaggiò il caffè. ‹‹È ottimo! È veramente ottimo, non tutti i bar fanno attenzione alla miscela e alla quantità di caffè occorrente per un buon caffè, ti meriti una mancia doppia››. Tony mise nel vassoio i soldi. La ragazza sorrise e rispose: ‹‹Grazie! Sarà sempre un piacere averla come cliente››. Tony fece un cenno di assenso chinando il capo, restando sorpreso dalla cortesia di quella ragazza che non sembrava aver notato quel segno che gli deturpava il viso. Un comportamento anomalo, inaspettato se paragonato alle tante delusioni patite per comportamenti opposti di tanta gente incontrata dopo l’incidente. Vecchi amici che, a poco a poco, si erano allontanati lasciandolo nella solitudine più profonda e invece ora, all’improvviso, si era accorto che poteva superare quello stato mentale che lo aveva portato ad isolarsi. Sorseggiò l’acqua quasi prendesse un elisir di energia e desiderio di vivere, continuando a guardare quella ragazza che intanto stava servendo un altro cliente e rivide quel sorriso aperto e sincero regalato ad un altro sconosciuto. Restò ad osservarla ancora per un po’, poi si alzò per andare via e gli sguardi si incrociarono: entrambi si scambiarono un saluto con la mano, più come un piccolo segno di rispetto reciproco che di intesa. Tony si incamminò verso casa e dopo quindici minuti giunse nel suo appartamento in Viale Marconi. Entrò e posò i due libri appena comprati sul tavolino del soggiorno, si mise in libertà sfilandosi la camicia e subito dopo le scarpe, si diresse in bagno, indossò un paio 9 di pantofole, si sciacquò il viso, le mani e, mentre si asciugava il viso, si guardò nello specchio, ma questa volta senza soffermarsi sulla cicatrice, ma sui suoi capelli folti e neri che pettinò prima di uscire dal bagno. Andò in cucina per prepararsi il pranzo e come un automa che compie gesti ripetitivi si preparò l’insalata di pomodori e lattuga, tagliò una fetta di formaggio, mise sul tavolo le posate, il tovagliolo, l’acqua e una birra piccola. I suoi pensieri erano ancora rivolti a quel sorriso ricevuto gratuitamente che lo rinfrancava e lo metteva in condizione di affrontare il lungo pomeriggio di quella domenica d’estate. Dopo aver fi nito di pranzare e dopo essersi lavato i denti, si recò in soggiorno e sedendosi sul divano si mise comodo e prese dal tavolino uno dei romanzi appena acquistati e iniziò a leggere. Il racconto suscitò e attirò subito il suo interesse e con avidità divorò le pagine quasi fosse ipnotizzato da quella storia fantastica: dimensioni parallele che si intrecciavano a vicende umane intricate. Ma quando arrivò a leggere la sessantesima pagina, notò subito qualcosa di insolito: alcune lettere erano state sottolineate con una matita e girando la pagina, vide altre lettere sottolineate. Sempre più incuriosito dalla strana scelta, di chi precedentemente aveva posseduto il libro, di sottolineare solo alcune lettere facenti parte di parole diverse, vi si soffermò facendo maggiore attenzione. Tornò indietro alla sessantesima pagina e poi alla successiva, e ancora indietro ed ecco che sgranò gli occhi ed esclamò: ‹‹Cazzo!›› Ad un programmatore di computer come lui risaltò subito che unendo nell’ordine di sottolineatura le prime quattro lettere veniva fuori la parola “Aiuto”. Innervosito da quella improvvisa scoperta, si alzò di scatto e si recò nel suo studio. Si sedette al tavolo, prese carta e penna ed incominciò a trascrivere le lettere sottolineate. Dalla sessantesima pagina all’ottantesima pagina incontrò moltissime altre lettere evidenziate che riportate sul foglio e accostate seguendo un fi lo logico, comunicavano questo messaggio: “Aiuto! Sono trattenuta contro la mia volontà, credo di avere poche speranze di sopravvivere. Questo è l’unico modo per comunicare con l’esterno non capisco dove mi trovo ora, a luglio ero in vacanza a Torvayanica mi chiamo Alessia R…”. Nessun’altra lettera sottolineata. Tony sfogliò tutte le pagine, ma niente che potesse svelare l’identità certa dell’autrice del messaggio. 10 Corse in soggiorno e esaminò il secondo libro, ma senza risultato. Perplesso, si domandò se potesse trattarsi di uno scherzo e continuando a pensare e ripensare, si stese sul divano. Lesse e rilesse quel messaggio, poi fi nalmente prese una decisione: quella di ritornare in Via Sannio dall’uomo che gli aveva venduto i libri. Uscì di casa per recarsi al banchetto e una volta giunto richiamò l’attenzione del venditore e gli chiese: ‹‹Potrebbe dirmi dove o da chi ha avuto questi libri che ho comprato stamattina?›› ‹‹Mi sembra… se mi ricordo che era un blocco comprato da Romoletto… Romoletto passa ogni tanto è uno che va a pulire le cantine›› rispose il venditore. ‹‹Come posso fare a rintracciare questo Romoletto?›› incalzò Tony. ‹‹Si! …ora vi dò il numero di telefono e dite che è stato Gennaro a darvelo… ma che dovete pulire una cantina pure voi?›› chiese il venditore incuriosito. ‹‹Sì, ho della roba vecchia da eliminare›› rispose Tony sul vago. ‹‹Eccovi il numero››. ‹‹Grazie… grazie ancora››. Tony si allontanò dal banco del venditore e dopo aver cercato un posto abbastanza silenzioso, prese il telefonino dalla tasca e compose il numero di Romoletto. Dopo tre squilli una voce rispose: ‹‹Pronto chi è?›› ‹‹Buongiorno… mi chiamo Tony, il suo numero mi è stato dato da Gennaro di Via Sannio. Avrei bisogno di parlare con lei per…›› la voce dall’altro capo del telefono lo interruppe bruscamente. ‹‹Se deve svuotare una cantina mi telefoni domani. Oggi ho da fare e poi è domenica pomeriggio!›› Tony allora continuò dicendo: ‹‹Mi scusi, ma è una cosa molto importante e le pago il disturbo. Vorrei solo sapere dove ha reperito quel blocco di libri antichi venduti al signor Gennaro?›› ‹‹Un momento che ci penso… sì, mi sembra di ricordare… comprai quel blocco insieme a tanti altri presso un negozio di libri usati in via Ostiense, all’altezza dell’Università di “Roma Tre”›› e aggiunse poi: ‹‹Per l’informazione non mi deve niente››. ‹‹Allora grazie per il disturbo e le auguro una buona giornata!›› ‹‹Di niente. Buona giornata anche a lei›› rispose cordiale Romoletto. Tony ripose il telefonino nella tasca destra del pantalone e pensò che avrebbe dovuto aspettare lunedì per continuare la ricerca; ciò nonostante era soddisfatto per questo piccolo risultato appena ottenuto. Era ancora molto eccitato e se prima le giornate gli sembravano lunghe per altri motivi, ora questo pomeriggio gli sembrava ancor più interminabile perché era consapevole che doveva aspettare il giorno seguente per continuare questa strana ricerca. Scosse e riscosse la testa mentre un pensiero penetrò con violenza nella sua mente: quel messaggio era vero? Forse la ragazza aveva avuto la possibilità di avere quel libro tra le mani e quest’ultimo si era rivelato una piccola fonte di salvezza architettando questo stratagemma delle lettere sottolineate. E di certo, essendo controllata, non aveva potuto inserire all’interno un foglio con la sua richiesta d’aiuto, poiché quest’ultimo si sarebbe facilmente notato. Erano le 19.00 di quella domenica di agosto e Tony passeggiava con questi pensieri, percorrendo diverse strade del quartiere Marconi. Durante quella passeggiata incrociò distrattamente tante altre persone, ognuna immersa a sua volta nei propri pensieri. Persone diverse che forse non avrebbe mai più incontrato nella vita. Non conosceva nulla di loro, non poteva conoscere le loro storie e i sentimenti che li animavano, quali ambizioni avessero e tanto meno sapere della loro sfera affettiva. Non conosceva la forza interiore che li stimolava e quale percezione della vita avessero. Quanti di quelle persone vivevano una esistenza felice? Domanda che si poneva di frequente quando egli si interrogava sulla propria vita. La solitudine che l’aveva accompagnato soprattutto dopo l’incidente, lo portava spesso a divAqare con la mente su simili pensieri. Alessia, se esisteva, aveva ampliato quel circuito di idee e pensieri in cui si era rinchiuso. Quella richiesta di aiuto, quelle tracce lasciate sotto le lettere in un libro che, per puro caso, era capitato fra le sue mani, lo avevano stimolato ed aperto una nuova porta. Mentre lottava con quel tarlo che ormai dominava i suoi pensieri, incrociò di nuovo lo sguardo della ragazza che in mattinata gli aveva servito il caffé al bar. 12 Capitolo II ‹‹Buona serata signor…?›› disse la ragazza. ‹‹Tony! …mi chiamo Tony›› rispose allungando la mano. ‹‹Buona sera anche a lei signorina…›› continuò Tony con tono interrogativo. ‹‹Angela!›› rispose la ragazza ricambiando la stretta di mano. I due si strinsero la mano energicamente e per qualche istante rimasero in silenzio. Tony guardava gli occhi grandi e verdi di Angela e quei capelli castano chiari raccolti dietro la nuca, tenuti insieme da una fascetta bianca. ‹‹Ho terminato il mio turno da cinque minuti e stavo per andare a casa›› disse Angela, poi aggiunse sorridendo dolcemente: ‹‹Puoi darmi del tu e se permetti io farò altrettanto!›› ‹‹Ok! …per me va benissimo!›› rispose Tony. ‹‹Angela vorrei farti una domanda e ti prego di essere sincera›› disse, improvvisamente agitato e in diffi coltà. ‹‹Ti ascolto›› rispose Angela incuriosita. ‹‹Questo segno che ho sul viso ti turba? O proprio non ci fai caso? Perché oggi non mostravi nessuna reazione, sembrava fosse quasi invisibile per te!›› ‹‹Mi aspettavo questa domanda e credimi, se ti dico che l’aspetto esteriore per me è importante, ma di certo non è l’unica cosa! Non sono così sciocca da soffermarmi solo su questo e poi voglio confi darti anch’io una cosa molto personale…›› disse Angela e, accennando un sorriso ancora più dolce, prese la mano destra di Tony con le sue mani e la portò sulla sua guancia sinistra e poi sulla destra. ‹‹Senti qualche differenza?›› chiese Angela. Tony sembrava in diffi coltà, non riusciva a capire dove la ragazza volesse arrivare. Allora, prima di risponderle, le accarezzò nuovamente entrambe le guance e sì, stavolta percepì una leggera differenza al tatto e capendo le rispose: ‹‹Sì! …in effetti una guancia sembra più liscia dell’altra!›› ‹‹Ebbene quando ero piccola mi sono bruciata cadendo sulla brace del camino e solo dopo molto tempo e piccoli interventi, sono riuscita ad avere questo aspetto. Anch’io ho attraversato brutti momenti, ma ora sono guarita sia fuori che dentro!›› Angela si avvicinò lentamente a Tony, fi ssandolo dritto negli occhi, 13 poi con le sue labbra sfi orò la cicatrice e poi le sue labbra. Tony si lasciò andare e così fece Angela. I due ragazzi si baciarono senza curarsi di niente e di nessuno. Come se si conoscessero da tanto tempo, i due intrecciarono le loro mani tenendosi per i fi anchi e presero a camminare. Angela appoggiò la testa sulla spalla di Tony e Tony la teneva stretta. Rimasero in silenzio per paura di turbare quella sensazione di vicinanza e unione che li aveva invasi entrambi: momenti unici ed irripetibili per due giovani. Un colpo di fulmine, come si usa dire, che aveva attraversato entrambi, scuotendoli nel profondo dell’animo. Quella sensazione che sconvolge ogni teoria, che aumenta i battiti del cuore, che intorpidisce la mente, che fa sudare le mani. Il “fulmine” aveva acceso una scintilla nei loro cuori, scintilla che stava provocando un incendio che diffi cilmente si sarebbe potuto spegnere. Percorsi circa cento metri, stretti l’uno all’altro, Angela si fermò e indicò a Tony il palazzo dove abitava. ‹‹Vedo che abitiamo nello stesso quartiere e non ci eravamo mai incontrati!›› notò allegro Tony. ‹‹Sì! È vero!›› rispose Angela e aggiunse, mentre teneva le mani di Tony fra le sue: ‹‹Se passi a prendermi tra un’oretta mi faccio trovare giù al portone. Il tempo di darmi una rinfrescata e poi devo avvisare anche i miei genitori››. ‹‹Va bene, ci vediamo tra poco allora…›› rispose Tony. I due si salutarono con un abbraccio, uno scambio di sguardi e un sorriso, promessa di gioie future. Tony era molto contento, e ciò si notava anche dal suo modo di camminare: ora il suo sguardo non era più rivolto verso il basso, ma dritto di fronte a sé, non aveva più timore di incrociare gli sguardi della gente, anzi se li andava a cercare. “Davvero una bella domenica se non fosse per quel messaggio” pensò Tony. Se non avesse comprato quei libri e letto quel messaggio, però, non sarebbe riuscito di casa e non avrebbe incontrato Angela. “Devo tanto a questo messaggio e non devo tradire questa richiesta di aiuto… Domani telefonerò in uffi cio e chiederò di prolungare le ferie di una decina di giorni” continuava a pensare Tony. Guardò l’orologio e si rese conto che si era allontanato troppo dal palazzo dove abitava Angela, mancavano quindici minuti all’appuntamento, così ritornò sui suoi passi. Arrivò giusto in tempo e vide Angela uscire dal portone: aveva i capelli sciolti che le cadevano sulle 14 spalle e indossava un completino di lino bianco. “È bellissima!” pensò Tony fra sé e sé. ‹‹Ciao Tony!›› lo salutò lei allegramente. ‹‹Ciao Angela!›› le rispose lui ricambiando quel sorriso aperto. Si baciarono sulla guancia, si presero per mano e si incamminarono verso l’abitazione di Tony. ‹‹Passiamo per casa mia, poso questi libri e poi, se ti va, andiamo a mangiare una pizza… o hai qualche altra idea?›› le chiese Tony. ‹‹Per me va benissimo, conosco una pizzeria a Torvajanica dove fanno delle buonissime pizze!›› suggerì Angela. ‹‹Sono le ventuno meno dieci e credo che per le ventidue arriveremo a Torvajanica›› disse allora Tony. Giunsero nell’appartamento e Tony fece accomodare Angela. Posò i libri sul tavolino del soggiorno e le disse: ‹‹Mettiti comoda cinque minuti, il tempo per sciacquarmi il viso, prendere chiavi e documenti dell’auto e sono da te››. Mentre Tony era all’atro capo dell’appartamento Angela con un tono di voce alto disse: ‹‹Tony hai un bella casa… vedo che ti piace leggere molto››. ‹‹Grazie del complimento e, a proposito di lettura, dopo ti devo dire una cosa››. ‹‹Cosa mi devi dire?›› chiese Angela incuriosita. ‹‹È una storia un po’ strana, te ne parlerò in macchina››. ‹‹Va bene aspetto!›› rispose lei, che nel frattempo si guardava intorno scrutando ogni dettaglio di quella stanza come nel tentativo di capire qualcosa di più su Tony. ‹‹Eccomi! Sono pronto›› disse lui, mentre si sentiva il rumore di una tapparella che veniva abbassata. ‹‹Ok… andiamo›› rispose allegramente Angela. I due uscirono dall’appartamento, presero l’ascensore e scesero sino al garage. Tony si fermò vicino ad una macchina bianca, aprì la portiera al lato del passeggero e fece cenno ad Angela di salire. ‹‹Prego accomodati››. ‹‹Grazie! È proprio una bella macchina… io non ho ancora la possibilità di comprarne una… Sai il lavoro che svolgo non è dei migliori›› affermò passandosi le mani tra i capelli. ‹‹I miei hanno fatto e fanno ancora tanti sacrifi ci per mantenermi all’università e forse mi faranno loro una bella sorpresa quando tra due anni riuscirò a laurearmi››. ‹‹Fai bene a studiare, è un ottimo investimento per il tuo futuro… 15 io sono stato costretto a fermarmi dopo il diploma. Dopo l’incidente sono rimasto solo e ho deciso di specializzarmi privatamente sui computer›› poi aggiunse: ‹‹Ora lavoro presso una ditta specializzata dove si programmano computer e devo dire che mi trovo abbastanza bene e poi è un lavoro che mi piace››. Intanto avevano superato il quartiere Eur e stavano per immettersi sulla statale 148: la via Pontina. ‹‹Avevi detto che mi dovevi dire una cosa… di che si tratta?›› l’incalzò Angela. ‹‹Sì! …è una storia un po’ strana, sai quei libri che ho poggiato sul tavolo del salotto?›› ‹‹Sì, quei due libri con la copertina un po’ ingiallita?›› ‹‹Sì, proprio quelli… Ebbene non ci crederai, ma mentre ne leggevo uno oggi nel primo pomeriggio…›› Tony raccontò tutto ad Angela che ascoltò con gli occhi sgranati e con la bocca semiaperta con un’espressione mista tra la paura e lo stupore. ‹‹Ecco questo è tutto… Tu cosa ne pensi?›› Angela rimase qualche secondo in silenzio poi rispose: ‹‹Hai detto che si chiama Alessia? Penso che per capire se questa storia ha qualche fondamento di verità bisognerebbe iniziare ad indAqare sui nomi delle persone scomparse››. ‹‹Hai ragione… però non tralascerei di ricostruire, se è possibile, il percorso che ha fatto il libro prima di giungere tra le mie mani›› rispose Tony concordando. Con un tono di voce preoccupato, Angela disse: ‹‹Mi raccomando di essere molto prudente, non puoi sapere a cosa vai incontro, non pensi sia meglio rivolgersi alla polizia?›› ‹‹Ho pensato anche a questa possibilità, ma vorrei avere qualche elemento più concreto prima di andare dalla polizia… Sai con qualche elemento in più sarei più credibile››. ‹‹Forse hai ragione… sì! Mi sa che è proprio la strada da seguire››. Intanto erano giunti a Torvajanica e Angela spiegò a Tony dove si trovava la pizzeria. Una volta giunti sul posto, Tony parcheggiò l’auto e spense il motore. I due scesero dall’auto e si avviarono verso l’ingresso del locale. Erano 23,15 quando entrarono nel locale; si sedettero ad un tavolo e ordinarono due margherite, due boccali di birra e una bottiglietta d’acqua. Nell’attesa che portassero le pizze, continuarono a parlare 16 del messaggio misterioso, formulando le ipotesi possibili. ‹‹Nel messaggio la ragazza ha parlato di Torvajanica e ha detto che si trovava in vacanza nel mese di luglio, non sappiamo di quale anno. Questa località balneare non è tanto grande e non dovrebbe essere troppo diffi cile venire a capo di questa storia avendo qualche traccia certa›› rifl etteva Tony. ‹‹Dobbiamo certamente ritornare qui e domandare in tutti i luoghi di ritrovo, ristoranti, bar, stabilimenti balneari e alberghi, ma come dici tu, con qualche certezza in più›› lo appoggiò Angela. Intanto arrivò la pizza e i due ragazzi si gustarono quel piatto scambiandosi allo stesso tempo sorrisi e sguardi intensi a testimonianza del fatto che la loro non era soltanto una bella amicizia. Dopo aver fi nito di cenare, Tony chiamò il cameriere e si fece portare il conto. Era mezzanotte e quindici minuti quando i due uscirono dalla pizzeria ed entrarono in un bar adiacente per prendere un caffé. ‹‹Ho promesso ai miei di ritornare per l’una, pensi che faremo in tempo?›› domandò Angela a Tony. ‹‹Non preoccuparti Angela. A questa ora si viaggia bene, mezz’ora e saremo a casa›› le rispose lui e poi aggiunse sorridendo: ‹‹Ricordati di darmi il tuo numero di telefono prima di salutarci, questa sera››. ‹‹Certo! Voglio ringraziarti per questa serata, sono stata benissimo!›› ‹‹Anch’io io sono stato benissimo con te… Angela›› le rispose accarezzandole dolcemente i capelli. Mano nella mano si avviarono verso l’auto, si baciarono, si strinsero e ancora si baciarono. Entrarono in auto e presero la strada per ritornare a Roma. Durante il breve viaggio che li riportò a casa, si promisero che si sarebbero rivisti il più presto possibile, entrambi consapevoli di questa fulminea attrazione che li aveva invasi entrambi. Desiderarsi è un conto, ma amarsi era un’altra cosa. Saggiamente scelsero di non correre incontro a delusioni lasciandosi andare ai loro sensi. Era ormai l’una meno cinque minuti quando giunsero sotto casa di lei. I due ragazzi si scambiarono il numero di telefono, si abbracciarono dandosi ancora una volta un bacio appassionato e poi si lasciarono scambiandosi un ultimo sguardo, mentre Angela chiudeva alle sue spalle il cancello del palazzo di casa. Tony fece ritorno a casa, entrò nel suo appartamento e tutto gli sembrò improvvisamente diverso. Le altre sere, quando rincasava, tutto gli sembrava più triste. 17 Ora invece era contento, contento per l’incontro con Angela e per la serata appena trascorsa. Tony si preparò per andare a letto, ma già sentiva che avrebbe dormito poco. Nuove emozioni invadevano la sua mente e un pensiero fi sso era sempre presente. Alessia, quella ragazza, l’aiuterò!, ripeteva fra sé e sé. La richiesta di aiuto di Alessia e l’incontro con Angela stavano sconvolgendo le sue abitudini. Era in preda ad uno stato d’agitazione interiore, diffi cile da placare in breve tempo per poter prendere sonno. Sentiva che la solitudine in cui si era rinchiuso stava per lasciarlo. Quel suo rifugio considerato una fortezza contro tutti gli impulsi provenienti dall’esterno, si era per incanto frantumato. Uscito fuori all’improvviso e inaspettatamente da quel guscio protettivo, sentiva che, forse, sarebbe potuto tornare a vivere nuovamente. Passarono alcune ore prima che i pensieri si confondessero, fondendosi con quella fase che preannuncia il sonno profondo.

MARE NOSTRUM—Libertà violata   (Leggi i primi due capitoli)