Intervista a: Emanuela MOLASCHI a cura di Giulio Buonanno © Riproduzione riservata
Breve biografia:Nata il 28 febbraio 1993, Emanuela Molaschi (conosciuta anche con gli pseudonimi Heen Liz o Nina Campitelli) inizia a scrivere fin da bambina per lavori e progetti vari organizzati dalle scuole elementari. Nel 2008 pubblica nell’antologia Spazio a chi sa scrivere Spiragli 68 (ed. Nuovi Autori) un racconto breve. Nel 2009, per lo stesso editore, pubblica un libro tutto suo intitolato Salvate la Scuola. Questo volume contiene anche poesie.
Nel 2011 pubblica con Gruppo Edicom La scuola del falco. Da settembre 2013 al settembre 2017 possiede un cane guida che si chiama Sharon a cui piace molto il cuoio. Dal 27 ottobre 2014 è presidentessa di un’associazione per non vedenti e ipovedenti intitolata a suo nonno che nel 2015 nel mese di novembre dona ai Lions 600 euro come ringraziamento per aver cresciuto Sharon e per aiutare i nuovi cani guida. Attualmente tenta anche piccoli e casalinghi cosplay.
Pubblicazioni: Nel 2008 pubblica nell’antologia Spazio a chi sa scrivere Spiragli 68 (ed. Nuovi Autori) un racconto breve. Nel 2009, per lo stesso editore, pubblica un libro tutto suo intitolato Salvate la Scuola. Questo volume contiene anche poesie. Nel 2011 pubblica con Gruppo Edicom La scuola del falco.
Un nuovo libro di Emanuela Molaschi dal titolo : SC e la maledizione del terzo occhio
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Vorrei parlare del libro che a breve uscirà edito da Kimerik. Il titolo è SC e la maledizione del terzo occhio. Questa volta per mantenere fede alla promessa fatta ad un morto, un mio grande amico, ho deciso di pubblicare col mio vero nome
Qual è stata la scintilla che l’ha condotta a scrivere questo libro?
Avrei dovuto fare uno spettacolo teatrale e avrei dovuto interpretare Lily Potter. Sarebbe stato uno spettacolo parodia, ma per vari motivi organizzativi e di salute non ho potuto metterlo in scena. Per aiutarmi a provare le emozioni del mio personaggio ho immaginato come io avrei potuto viverle essendo una strega di quel periodo storico.
Di solito trae ispirazione da fatti accaduti realmente o è tutto frutto della sua fantasia?
Dipende, a volte mi ispiro a film, libri, canzoni. Altre volte da cose che sento. Cerco di riportare il meno possibile cose della mia vita, anche se dopo il primo racconto breve, in cui non c’era scritto nulla su di me, la gente ha iniziato a cercare il pelo nell’uovo dunque spargo qua e là indzi falsi per confondere chi si diverte solo a giudicare e a valutare superficialmente l’opera cercando tra i dettagli fisici, scene di vita famigliare, malattie ecc un personaggio che deve rappresentarmi perchè deve esserci per forza a loro parere. Non accettano che uno possa raccontare una storia per educare senza mettersi in mezzo. Un racconto non è una lavorazione teatrale iun cui capita di provare a scrivere come ti comporteresti se fossi un personaggio per entrare meglio nella parte. Un racconto è emozione, educazionem sogno e non per forza una biografia travestita da romanzo. Mi fa piacere discutere su un argomento, approfondirlo, capire insieme la psicologia di un personaggio e spiegare quale personaggio sento più simile a me, non per questo deve rappresentarmi in toto.
Ha dei punti di riferimento letterari?
Mi sono sempre ispirata a qualcuno in particolare al genere o allo stile di una particolare serie o di un romanzo, i periodi cambiano e anche i racconti ogni volta quindi devo trovare il modo più adatto per spiegare i fatti principali. Mi sono ispirata allo stile di Lewis e Snicket. Per il primo racconto la scintilla che ha fatto procedere il testo senza ricominciare da capo è stato l’inizio di Presunto Innocente di cui avevo anche visto il film poco tempo prima in tv. Ora mi diverto a inserire parti teatrali oltre a canzoni che senza musica vengono considerate da tutti poesie. Mi diverto molto ad inventare parodie di testi esistenti o a inventare un testo che stia bene su quella musica per avere una colonna sonora come se si trattasse del copione di un musical. Quelle parti deasidero che siano scritte come un vero copione. Ho preso spunto da quelli visti nei miei corsi di teatro e da quelli scritti da J.K. Rowling per La maledizione dell’erede e Animali fantastici.
Come definirebbe il suo libro?
Ci sarebbero mile modi per definire il mio libro. Non tutti positivi perchè scrivere è una fatica e per questo ho lavorato molto. Prima l’ho scritto solo per far divertire i miei genitori, ma per farlo stare in piedi ho dvuto cercare informazioni su Potterpedia, visto che il romanzo è la modifica della fan fiction creata per cercare di abituarmi al ruolo di Lily. Ho coinvolto anche altri fandom fantasy meno famosi e altri fandom non fantasy, ma per quelli non avevo bisogno di grandi ricerche. Dopo la decisione di pubblicare quel romanzo ho dovuto fare molte modifiche perchè non ero sicura di come si regolassero gli editori con le fan fiction e visto che la storia, seppur ambientata in un certo universo, era mia volevo tenermi i diritti che mi spettavano. Per le modifiche ho dovuto chiedere aiuto ai miei parenti perchè a volte quando hai una storia sembra perfetta e non riesci più a modificarla perchè è la tua storia scritta con le emozioni del momento e poi devi cercare di ricordare tutti i fatti avvenuti per evitare che una mdifica porti il racconto in una direzione diversa. Per i nomi un po’ ho inventato, a volte beccando nomi che comunque erano presenti nella saga e non lo sapevo, un po’ ho usato un generatore di nomi potteriano ufficiale della casa editrice inglese Blumsbury. Invece di mettere il mio nome mettevo quello del personaggio e via col nome. A volte ho dovuto operare cambiamenti anche su quei nomi. Altre volte, soprattutto per i nomi più strani che incontrerete, ho chiuso gli occhi e schiacciato la tastiera a caso. Che nomi, adatti ad un mondo magico… non l’avrei mai immaginato, ma sono usciti subito tutti al primo colpo. Ho anche soperto che, a causa della mia ipovisione, ho letto male alcuni risultati del generatore mettendo una lettera al posto di un altra quindi ho comunque inventato un nome, simile ad uno esistente ma mio. Sì, trovare i nomi è sempre difficile soprattutto se si deve fare con personaggi che già conosci. Se poi sono maghi è ancora più difficile. I nomi dei personaggi italiani, sì ci sarà un culture shock, sono gli originali come tributo ai loro ispiratori esistenti.
Chi è stato il primo a sapere di questo nuovo libro? Se sì, Come ha reagito?
I miei genitori sono sempre stati i primi, sia nella stesura della fan fiction sia nelle seguenti che sono davvero tante.
Cosa ritiene più importanmte in questo libro? Quale messaggio vuole trasmettere?
Ci sono diversi messaggi: una prima morale può essere individuata nella citazione tratta da Il club degli imperatori: “Shutruck Nahunte è stato dimenticato perché le grandi imprese e le conquiste senza nessun apporto costruttivo sono prive di significato”. La frase si riferisce a Shutruck Nahunte ma nel racconto anche a tutti gli altri personaggi del libro e persino a tutti noi. Ci si deve porre delle domande: ciò che stiamo facendo ha un apporto costruttivo? Chi di noi verrà ricordato e in che modo quando il nostro tempo sarà finito? Per tempo intendo: la nostra grandezza, la nostra fama, le manie di grandezza che isolano dagli altri e ovviamente quello della nostra vita. Poi ci sono i valori di cui parlo sempre: amicizia, sincerità, dedizione al lavoro.
In quest’opera ha dato vita a un personaggio che ama particolarmente o che si avvicina molto alla sua persona?
Ce ne sono almeno due e non solo per il discorso del dare ai personaggi alcune mie caratteristiche per sviare. Uno è in parte simile e in parte completamente diverso, l’altro ha due caratteristiche che lo contraddistinguono e sono mie. Questo secondo personaggio, molto vicino alla protagonista per me è molto importante, ma non posso dire perchè lo sento mio. Innanzitutto il libro sta per uscire e quindi non voglio rovinare la sorpresa e poi vorrei che capiste voi, leggendo la storia una volta uscita, il motivo. La cosa strana per molti che conosco sarà che se si sarebbero aspettati di sentirmi citare la protagonista, non si sarebbero mai aspettati di trovare anche l’unico vero sostenitore della ragazza perchè è un maschio e di solito nessuno di quelli che conosco si aspetterebbe di trovarmi in un personaggio che sebbene abbia due lati delineati, in realtà sia pieno di sfumature nascoste che solo una mente acuta potrebbe notare.
Perchè a scelto questo titolo?
Io non ho scelto il titolo, ne avevo in mente uno diverso, ma mio papà quando ha stampato la primissima stesura, ha voluto mettere l’intestazione mettendoci un titolo suo. Alla fine avevo aggiunto il mio in coda come un sottotitolo, poi però ho deciso di lasciare il suo. Mi ero abituata a vederlo e poi con le modifiche apportate il sottotitolo non mi piaceva più.
Quanto tempo ha impiegato per portare a termine la sua opera?
Un anno e molti mesi che ho smesso di contare. In realtà avrei voluto fare un piccolo capitolo con l’antefatto che secondo me è importante perchè mostra meglio una delle due vite della protagonista che, essendo una specie di angelo die maghi è obbligata a tornare e vivcere diverse vite brevi per aiutare molte persone e non aggiungo altro se non resto sul vago spoilero tutto il ruolo della ragazza. Alla fine non sono riuscita a farlo per questione di tempo e quindi addio antefatto ma almeno mi potrò permettere di approfondire con i lettori l’argomento che per me è molto interessante. La prima vita dell’angelo, che pur essendo fondamentale ai fini della risoluzione dei problemi del mondo magico è stata appena accennata, è molto interessante e anche un po’ misteriosa.
Ha dovuto aspettare molto per pubblicarlo?
No, grazie alla signora Ezia che mi ha convinta a pubblicare di nuovo sono subito partita con le modifiche e non mi sono più fermata fino alla settimana scorsa quando ho approvato la quarta bozza.
Ha mai avuto intenzione di creare un sequel a partire da una sua opera? Se sì, a quale?
Si sempre. In realtà due volte ci sono riuscita. Il racconto breve è seguito dal mio primo romanzo che conclude la vicenda di Helen Liz. La scuola del falco avrebbe dovuto concludersi con gli esami di maturità die ragazzi, poi invece ho avuto l’idea di raccontare cosa avrebbero potuto fare da adulti e alla fine ho unito i due scrtti in un unico volume per praticità. Anche per SC ho un sequel ed è ben nascosto da qualche parte. Chissà che non esca dal rifugio un giorno.
Ha altri progetti nel cassetto? Può regalarcene un’anteprima?
Stupirà la scelta di rispondere in tale modo a questa domanda, ma non credo di voler pubblicare ancora a parte casi eccezionali. Per ora scrivo per me come avevo deciso di fare prima che la Signora Ezia mi convincesse ad usare il mio talento. Ho tante storie nel cassetto da presentare ma mi piacerebbe ripubblicare le prime due opere visto che l’editore è fallito, ma ai concittadini e a quelli che conoscevo non delle mie parti a cui ho inviato i libri, sono piaciute. Ho anche una copertina pronta ed un picolo omggio da inserire. Sto facendo una ristampa a livello personale in quanto del racconto contenuto nell’antologia del 2008 non ho più copie a parte la mia. Su richiesta fotocopio e rilego elegantemente il primo e il secondo romanzo in un unica versione.
Il mio progetto è donare il 2×100 del ricavato della vendita delle mie opere, esclusa La scuola del falco per motivi personali che se vorrete spiegherò in privato, al progetto Città felice per ipovedenti e non vedenti aperta a tutti che vuole una zona nella città senza barriere per far studiare, vivere, lavorare gli ipovedenti e i non vedenti. Una zona dove le uniche ruote ammesse sono quelle delle sedie a rotelle ed eventuali altri mezzi per disabili. Assenza di gradini e presenza di scivoli e zone piane. Voglio creare questo progetto ma per farlo servno consensi, soldi e persone che saappiano costruire, se necesario. Raccolgo già le firme per i consensi di vedenti, non vedenti e ipovedenti su una pagina facebook con lo stesso nome del progetto e con le attività della mia associazione e le vendite delle copie die libri in mio possesso voglio raccogliere fondi.
L’ultima parte dell’intervista per conoscere meglio l’autore con domande personali.
Cosa le piace di più?
E’ molto generica, ci sono molte cose che mi piacciono, dovrei sapere a cosa ci si riferisce. Mi piace leggere, scrivere, ascoltare la musica, il cinema, il teatro, le vacanze, il cibo e molto alto.
Cosa non le piace?
Ci sono molte cose che non mi piacciono e direi che non mi piace ciò che va contro ai miei valori: ciò che è cattivo e fa male, la solitudine, l’abbandono di chi è debole, la sofferenza di ogni tipo, le ingiustizie.
C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Ce ne sono diversi. Molti appartengono al film Il club degli imperatori, ma sono molto lunghi e non li riporterò , ma consiglio il film perchè ci sono molte perle di saggezza. Il mio primo motto è stato -C’è sempre qualcosa.- da Una serie di sfortunati eventi.
Quale libro che ha letto negli ultimi anni e che gli è piaciuto di più?
Ce ne sono tanti, leggo molto. Scelgo una serie di Mary Hoffman, ispirata ai Medici: Stravaganza.
Cosa pensa del mondo letterario contemporaneo?
Ci sono opere valutate troppo e altre valutate troppo poco, dovrebbe esserci più possibilità per gli emergenti italiani. In alcunicasi sono tornata a leggere generi che seguivo da più picola, apprezzandoli. Mi sono messa a tradurre dall’inglese Stravaganza. Non so quando finirò perchè sono libri lunghi ed è la prima volta che mi cimento con libri del genere. Dicono che sto andando bene, mi fido di quello che dicono. Ad esempio io trovo triste che una serie come quella sia considerata da piccoli perchè in realtà non lo è: parla di tempi lontani e mostra studio da parte dell’autrice che, nel terzo libro, scrive tutte le similitudini e le differenze tra i Medicii e i de Chimici. Parla dell’Italia, anche se un po’ diversa perchè se no, dopo la scuola, chi avrebbe voglia di leggere cose del genere? Solo i colti, ma con questo metodo arriva a tutti. Racconta situazioni reali di giovani, famiglie e trasmette i miei valori. Opere come questa dovrebbero essere valorizzate e ce ne sono tante italiane come questa non mi metto a scrivere tutto se no farei poemi.
Cosa reputa fondamentale nella sua vita?
Realizzare i miei sogni, essere felice, essere a posto con me stessa, vivere in pace e guarire dalle mie malattie. Vedere che molti passano su Città felice per ipovedenti e non vedenti aperta a tutti per dare un mi piace col profilo facebok reale per aiutarmi nella realizzazione di un sogno di autonomia totale per me e tanti che hanno paura di dirlo ma hanno firmato la pagina facebook col loro mi piace.
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